Da B.-P. Park al mare sulla ferrovia che non c'èUn
tratto della linea, tra Civitavecchia e Mole del Mignone Se si viene per fare un 'uscita da Roma, si fa un viaggio circolare utilizzando all'andata la linea ferroviaria fm3 Roma Viterbo. Ipotizzando la durata di un'uscita (sabato e domenica). Si parte da Roma col treno il sabato pomeriggio e si scende a Oriolo con le bici, si percorre la strada asfaltata fino al B.-P. Park per il pernotto (pochi km); si puo' quindi partire da Roma anche sabato pomeriggio sul tradi. L'indomani si percorre il vero e proprio percorso in bici: si abbandona la base e si percorre la strada asfaltata verso La Stazione di Capranica; arrivati alla stazione di Capranica inizia il percorso illustrato di seguito; finito il tragitto, si torna con il treno regionale FM5 da Civitavecchia per Roma. A Roma le due linee( FM3 e FM5) si congiungono alla stazione di S.Pietro. Per la regolamentazione della bici in treno vedi la pagina "trasporti". DESCRIZIONE DEL PERCORSO PARTENDO DALLA STAZIONE DI CAPRANICA: Dal piazzale della stazione ci si immette sulla strada asfaltata prendendola verso destra; si comincia in discesa (o quasi). Dopo un brevissimo tratto di strada provinciale, un passaggio a livello (il primo) sulla Roma - Viterbo conduce proprio alla sede della vecchia linea. Dopo pochi metri si incontrano dei grossi blocchi di cemento, recanti la data 3-10-94, ovvero la data di chiusura dei cantieri di ricostruzione: tali blocchi servono ad impedire ai veicoli l'accesso al sedime ferroviario. Si pedala quasi in piano: dopo un casello in rovina si arriva alla galleria di S. Donato (targa solo lato Capranica: accanto è anche indicata la data di costruzione, 1923), m.275 in curva. In lieve salita si raggiunge la stazione di Barbarano - Veiano, km 41+691. Sottopassata la statale Braccianese si comincia a scendere, incontrando la galleria di S. Quir...(ico? La targa, solo lato Civitavecchia, è danneggiata. Secondo altre fonti è denominata Palmerino), m.255 in curva, e quella di S.Petricone, o S. Pellegrino (targa solo lato Civitavecchia: c'è ancora un fascio littorio sulla sommità del portale), m.150 in rettilineo. Poco oltre c'è la stazione di Bandita di Barbarano, km 37+843 (più vicina al paese di quanto non lo sia quella precedente). Appena dopo la stazione, all'intersezione con una strada provinciale, bisogna aggirare due muretti di protezione. Più avanti si incontrano dei cancelli, anche questi superabili eventualmente sollevando la bicicletta. Al km 34+245 si giunge alla stazione di Blera, da dove è possibile fare una deviazione per il paese (che fino al 1952 si chiamava Bieda). Continuando la discesa si devono oltrepassare altri muretti, fino a raggiungere la stazione di Civitella Cesi, km 30+593, col suo ampio piazzale a 3 binari. Superati altri cancelli si raggiunge il piazzale accanto al quale sorgeva il casello, trasformato in fermata nel dopoguerra, di Le Pozze, km 27+682. Il fabbricato è stato demolito durante i lavori di ricostruzione. Dopo l'ennesimo cancello la sede è utilizzata come strada carreggiabile fino alla stazione successiva: forse per questo la galleria che si incontra (Caprareccia, m.276 in curva) non ha una sezione tipicamente ferroviaria, essendo le pareti verticali. Inoltre manca la canaletta centrale di scolo, che renderebbe difficile il traffico veicolare. Al km 23+662, dopo aver lasciato a sinistra il fabbricato della sottostazione elettrica degli anni 20, ovviamente mai completata, si giunge alla stazione di Monte Romano, dove campeggia il serbatoio dell'acqua per le locomotive recante ancora la targa "Cav. E. Benini - Cementi Armati - Forlì". Il
piazzale della stazione di Monte Romano: del fabbricato
viaggiatori vi rimane poco più che un rudere
Oltre il ponte in ferro sul Mignone, ricostruito per essere compatibile con gli impianti di trazione elettrica, la linea inizia a salire: superato un casello sulla destra si arriva alla galleria del Mignone (targa, rotta, solo lato Civitavecchia), di 111 metri all'origine, in curva, il cui imbocco lato Capranica è stato allungato con una parte a sezione quadra. Il fondo è attualmente coperto di letame. Pochi metri dopo si sente il vento freddo che proviene dalla galleria più lunga della linea, quella del Casalone (targa solo lato Civitavecchia), m.1367 (all'origine) in rettilineo. L'imbocco lato Capranica è stato modificato in sede di ricostruzione. Portale
della galleria Casalone, la più lunga della linea con i suoi
1.367 metri di estensione. La
salita continua, si oltrepassano due caselli e si raggiunge la
galleria dell'Acqua Agra, m.88 in rettilineo. Nei piani di progetto
originali degli anni 20 è definita "galleria artificiale";
sulla destra del portale lato Civitavecchia è rimasto un fascio
littorio scolpito su marmo bianco (ANNO VI). La
breve galleria Acqua Agra, interamente in rettilineo e di soli
88 metri. Poco
dopo c'è la stazione di Allumiere, km 18+125, presso la quale fu
stabilita una delle sedi logistiche del cantiere di ricostruzione. Particolare
del fabbricato viaggiatori della stazione di Allumiere. La linea inizia a scendere verso il solco del torrente Asco, prima del quale attraversa la galleria di Centocelle (targa solo lato Capranica), m.402 (all'origine) in rettilineo; l'imbocco lato Civitavecchia, in lieve curva, è stato prolungato (fu danneggiato dalla frana del 1961). Lontano, a sinistra, si vede l'abitato di Allumiere; passato il viadotto sul torrente, la linea riprende a salire verso la galleria dell'Asco (targa solo lato Capranica), m.203 in curva. Sul portale lato Civitavecchia c'è ancora la targa che ricorda l'opera: "La Società Elettro-Ferroviaria Italiana costruì MCMXXII - MCMXXVIII". Anche nel nome del costruttore rimane una traccia di quell'elettrificazione che non c'è mai stata. Il
ponte in ferro sul torrente Mignone. Pochi
metri dopo si è alla stazione di Mole del Mignone, km 11+398, dove
terminano i lavori di ricostruzione. Tra questa stazione e quella
successiva di Aurelia la sede è coperta dalla vegetazione per lunghi
tratti; in altri sono ancora visibili le rotaie, deformate in molti
punti. Tempi
di percorrenza: Il sedime ferroviario è di proprietà FS: spesso si trovano cartelli che vietano l'accesso a chi non è autorizzato. Precisazione doverosa... In alcuni tratti si incontrano dei muretti che sbarrano completamente la sede ferroviaria, a protezione della stessa: si possono peraltro superare a patto che la bicicletta sia facilmente manovrabile e/o sollevabile. Quindi è il caso di fare attenzione a non caricare eccessivamente il mezzo, o almeno a porre il materiale in sacche velocemente asportabili. Nelle gallerie...è buio! Una torcia a testa è indispensabile. In galleria c'è la cunetta centrale coperta da pesanti piastroni di cemento: possono sembrare un comodo tracciato, ma in quasi tutte le gallerie alcuni sono sconnessi e quindi in realtà rappresentano un pericolo. E' più sicuro passare ai lati anche se il fondo è meno scorrevole. Ho trovato acqua a Blera, vicino alla stazione, e poi più niente fino ad Aurelia: conviene portarsi delle scorte. Per eventuali esigenze...ciclistiche, nel paese di Blera, appena dopo lo spettacolare ponte, c'è un negozio (o meglio una bottega con pareti di tufo) dove si possono far riparare le biciclette e comprare ricambi (è bene far attenzione all'orario di apertura, anche se siamo in paese e le regole non sono considerate in modo rigido). IL testo originale e le foto sono di di Marco Rossetti. La prima foto e' di Luigi D'Ottavi. "Adattamento scout" del testo e del percorso: Giovanni Castellano
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