Il parco delle rovine di Monterano

Un po' di storia

Un territorio ricco di storia e di natura. Tra profondi valloni incisi nel terreno di tufo e ampi pianori sommitali, emergono le rovine di Monterano. Abbandonato a fine settecento, il centro rende visibili e terribilmente suggestive le tracce di millenni di storia. Un fiorente passato etrusco, medievale e barocco che sopravvive immerso in una vegetazione rigogliosa e lasciata libera di adornare rovine e palazzi, abitati da volpi e istrici e sorvolati da nibbi e poiane.



Itinerario tranquillo quello che da Canale Monterano conduce alle rovine del vecchio paese e attraversa il territorio dell'omonima Riserva Naturale Regionale Monterano. Il tranquillo itinerario, attraverso forre, torrenti, radure e boschetti porta alla scoperta di una zona ricca di storia (numerose le testimonianze del periodo estrusco) e di particolare interesse naturalistico in un territorio tipico dell'ambiente collinare dei Monti della Tolfa. Il percorso non presenta difficoltà.

Dal B.-P. Park:

In auto o in pullman, dal B.P. Park in 10 minuti: procedere per Oriolo Romano;
prima di Manziana girare a destra per Canale Monterano, punto di partenza e sede della nuova cittadina nata dalle cenerei della vecchia Monterano.


Partendo da Canale Monterano, seguendo le indicazioni per la Riserva, si scende fino al parcheggio. è preferibile abbandonare la strada sterrata e imboccare il nuovo sentiero segnato sulla sinistra che si addentra nel bosco misto di castagno, nocciolo, ornello, carpino e felci. Sul lato sinistro è visibile una piccola cascata, carica di acqua rossiccia per l'alto contenuto di ferro. Il bosco, ricco di felci (tra cui lac rarissima Osmunda regalis), pungitopo e agrifoglio è attraversato da un piccolo fiume che nei periodi piovosi disegna piacevoli giochi d'acqua tra le rocce. 

 

Rimanendo sul sentiero, superato il ponte che guada il fiumiciattolo, si giunge all'aperto, dove l'odore di zolfo ci porta verso alcune polle d'acqua solforosa:

Un'atmosfera magica che si diffonde anche nel territorio circostante 
dove sgorgano sorgenti minerali calde e fredde, antica eredità del vulcano Sabatino 

Ai lati si trovano i resti di miniere abbandonate, popolate da pipistrelli. Senza imboccare subito il sentiero che sulla destra conduce alla vecchia città abbandonata di Monterano, è doveroso proseguire sulla strada principale dove, prima di arrivare sul ponte sul fiume Mignone, si raggiunge una spalletta ricca di orchidee spontanee del genere Ophris e Anacamptis pyaramidalis. Con un po’ di attenzione è possibile osservare anche l'orchidea Himantoglossum adriaticum, dalla forma inconsueta.

Tornati indietro, superata la roccia detta dell'Indiano per la sua strana forma, si prende il sentiero segnato passando per ginestre in fiore e biancospini. La salita non presenta nessuna difficoltà, e nel percorso si può essere accompagnati da volo dei numerosi rapaci che popolano le forre. Più facile osservare quelli diurni, come la poiana, il nibbio reale, il nibbio bruno e lo sparviero, praticamente impossibile fare la conoscenza con quelli notturni, come il gufo, l'allocco, l'assiolo e il barbagianni. Se godersi lo spettacolo in cielo del gheppio che fa lo "spirito santo" è relativamente facile, il volo del rarissimo lanario è un vero scoop riservato ai più fortunati.

Il sentiero porta alle rovine di un acquedotto, e successivamente alle rovine della vecchia Monteranno, città distrutta a cannonate dalle truppe francesi alla fine del '700. La vecchia città sorge su uno sperone di tufo e domina tutta la zona circostante. Dalle rovine probabilmente si ha la migliore vista su tutto il territorio della Riserva. Interessanti i resti della chiesa di San Bonaventura e del palazzo degli Orsini-Altieri Attorno alle rovine e nei pressi dell'acquedotto si possono incontrare maiali allo stato brado. Sempre allo stato brado numerosi i cavalli e le vacche. Allo stato libero vivono sia l'elusivo e misterioso istrice, sia l'ormai troppo diffuso cinghiale. Dopo una doverosa pausa ristoratrice, il sentiero scende verso il fiume Mignone, tra asfodeli e arbusti delle più svariate specie. Tra la primavera e l'estate è facile sentire il verso del coloratissimo gruccione, nidificante nel territorio di Canale Monteranno e sicuramente il più spettacolare rappresentante dell'avifauna italiana. Si arriva quindi in basso fino ad un ponte sul Mignone e svoltando a sinistra ci si ritrova sulla strada principale che riporta al parcheggio

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cartografia IGM della zona:  http://www.giuseppetanzilli.it/bracciano/bruno/page7.html

Testo tratto da: ARCOBALENO,  http://www.arcobaleno.net/turismo/monterano.htm, adattamento "scout" di Giovanni Castellano