Il parco delle rovine di MonteranoUn po' di storia Un territorio ricco di storia e di natura. Tra profondi valloni incisi nel terreno di tufo e ampi pianori sommitali, emergono le rovine di Monterano. Abbandonato a fine settecento, il centro rende visibili e terribilmente suggestive le tracce di millenni di storia. Un fiorente passato etrusco, medievale e barocco che sopravvive immerso in una vegetazione rigogliosa e lasciata libera di adornare rovine e palazzi, abitati da volpi e istrici e sorvolati da nibbi e poiane.
Itinerario tranquillo quello che da Canale Monterano conduce alle rovine del vecchio paese e attraversa il territorio dell'omonima Riserva Naturale Regionale Monterano. Il tranquillo itinerario, attraverso forre, torrenti, radure e boschetti porta alla scoperta di una zona ricca di storia (numerose le testimonianze del periodo estrusco) e di particolare interesse naturalistico in un territorio tipico dell'ambiente collinare dei Monti della Tolfa. Il percorso non presenta difficoltà.
Rimanendo sul sentiero, superato il ponte che guada il fiumiciattolo, si giunge all'aperto, dove l'odore di zolfo ci porta verso alcune polle d'acqua solforosa:
Un'atmosfera magica che si diffonde anche nel territorio circostante Ai lati si trovano i resti di miniere abbandonate, popolate da pipistrelli. Senza imboccare subito il sentiero che sulla destra conduce alla vecchia città abbandonata di Monterano, è doveroso proseguire sulla strada principale dove, prima di arrivare sul ponte sul fiume Mignone, si raggiunge una spalletta ricca di orchidee spontanee del genere Ophris e Anacamptis pyaramidalis. Con un po di attenzione è possibile osservare anche l'orchidea Himantoglossum adriaticum, dalla forma inconsueta.
Tornati indietro, superata la roccia detta dell'Indiano per la sua strana forma, si prende il sentiero segnato passando per ginestre in fiore e biancospini. La salita non presenta nessuna difficoltà, e nel percorso si può essere accompagnati da volo dei numerosi rapaci che popolano le forre. Più facile osservare quelli diurni, come la poiana, il nibbio reale, il nibbio bruno e lo sparviero, praticamente impossibile fare la conoscenza con quelli notturni, come il gufo, l'allocco, l'assiolo e il barbagianni. Se godersi lo spettacolo in cielo del gheppio che fa lo "spirito santo" è relativamente facile, il volo del rarissimo lanario è un vero scoop riservato ai più fortunati.
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cartografia IGM della zona: http://www.giuseppetanzilli.it/bracciano/bruno/page7.html
Testo tratto da: ARCOBALENO, http://www.arcobaleno.net/turismo/monterano.htm, adattamento "scout" di Giovanni Castellano